Psicoterapia

Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa dove andare

Seneca

La psicoterapia è un insieme di pratiche psicologiche finalizzate a modificare in modo stabile e continuativo uno stato mentale o un processo mentale.

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Le pratiche psicologiche sono tutti gli strumenti che lo psicoterapeuta può utilizzare per raggiungere il fine terapeutico, ovvero quell’idea condivisa da terapeuta e pazienta su cosa e come si voglia cambiare.

Questi strumenti derivano da teorie e tecniche psicologiche sul funzionamento del comportamento umano, ma anche da saperi millenari come la logica non convenzionale, la dialettica e l’arte degli stratagemmi. Nella psicoterapia questi “attrezzi da lavoro” vengono utilizzati per modificare uno stato o un processo mentale.

Uno stato mentale è una qualsiasi condizione nella quale ci troviamo e che potremmo definire secondo costrutti come “felice”, “ansioso”, “preoccupato”, “soddisfatto”. Gli stati mentali sono tutti i modi che abbiamo di descriverci quando ci chiediamo “come mi sento?”. Sono le risposte che potremmo dare ad un conoscente che ci chiedesse “come stai?”…a patto di volergli rispondere oltre il consueto “bene, grazie!”.

Un processo mentale è ciò che succede quando cerchiamo di dare un significato ad una situazione o a qualcosa che non conosciamo, oppure cerchiamo di trovare una soluzione ad un problema o le risposte ad un quesito. Ad esempio anche la domanda “come sto?” innesca un processo mentale fatto di pensieri, ipotesi, valutazioni, deduzioni su me stesso che produce una risposta in quel preciso momento.

I processi mentali ci permettono di dare significato alla nostra esperienza quotidiana, al mondo esterno e a noi stessi, in modo consapevole oppure automaticamente (ad esempio quando guidiamo o giudichiamo qualcosa o qualcuno secondo un pregiudizio) e da questi significati derivano i modi di agire e di comportarsi.

A volte i processi mentali possono generare significati e modi di agire con se stessi e gli altri che sono disfunzionali. Ovvero si generano significati che creano disagio, malessere, oppure comportamenti non desiderati che creano ulteriori difficoltà a relazionarsi con le persone vicine o limitano la propria libertà.

Ad esempio una paura, anche se percepita come assurda e irrazionale, può costringere a modificare le nostre abitudini di vita, limitando la nostra libertà di movimento e gli stessi rapporti con i familiari. In questo caso la paura è il sintomo che qualcosa nel modo di dare significato alla propria quotidianità è diventato disfunzionale, non permette più di vivere come desiderato.

Non sempre volersi liberare da un sintomo e voler risolvere un problema è condizione sufficiente per riuscirci. Ovvero tra la persona e il suo problema si creano dei fortissimi equilibri difficili da cambiare con il solo “buon senso” e “buona volontà”. I familiari e gli amici hanno già fornito consigli e suggerimenti, le innumerevoli “voci” disponibili in Internet hanno già indicato spiegazioni, cause e rimedi. Si provano soluzioni ma nulla sembra scalfire il problema che sta ancora lì. È un fenomeno conosciuto come resistenza al cambiamento, tipico dei sistemi interattivi, dunque anche del sistema persona – problema.

In quest’ottica il sintomo diventa qualcosa di cui ci si vorrebbe liberare ma non ci si riesce a causa della resistenza. Uno degli scopi della psicoterapia è quello di liberarsi dal sintomo. Per superare la resistenza a volte è necessario usare logiche non ordinarie ma paradossali, perché la logica aristotelica dello spiegare, del “buon senso” e della consapevolezza delle cause non sempre funzionano a risolvere i problemi.

Ma la psicoterapia lavora anche in un’ottica di promozione della salute, cioè di sviluppo e rinforzo delle potenzialità insite nella persona che promuovono salute e benessere.

Da questo punto di vista la psicoterapia ha come obiettivo quello di aumentare le possibilità di scelta della persona. Ovvero, cambiare i propri schemi mentali, i processi psicologici che possano generare significati di salute e “stare bene” più funzionali per la persona.

Le pratiche psicoterapeutiche hanno lo scopo di cambiare lo stato mentale e i processi mentali che possono avere dei riflessi disfunzionali sui modi di agire oppure sulle relazioni interpersonali. Lo psicoterapeuta utilizza le teorie e le tecniche più adeguate alla persona e predispone le condizioni affinché possano cambiare i processi o gli stati mentali disfunzionali.

In questo senso lo psicoterapeuta non modifica gli stati mentali altrui, cioè non “legge nel pensiero” o “fa cambiare la testa” oppure convince a fare cose contro la volontà delle persone, ma accompagna la persona nel suo unico processo di cambiamento.

Cliente e psicoterapeuta lavorano insieme in un progetto comune per riorganizzare e modificare gli schemi cognitivi e mentali che strutturano e mantengono il problema.